La nascita di Santa Igia

  • Stampa

Il motivo che determinò lo spostamento dalla vecchia capitale cagliaritana verso la laguna di Santa Gilla non è molto difficile da individuare. Circondato da acquitrini e per di più riparato sul fronte a mare dal lungo cordone litoraneo tra la Scafa e la Maddalena, il nuovo borgo medioevale nasceva, nell’immediato retroterra, protetto dalla configurazione naturale del sito su cui era sorto.



Nonostante la mancanza quasi assoluta di fonti storiche altomedioevali, le prime notizie riguardanti la sua esistenza risalgono agli anni intorno al 1070 e sono contenute nel più antico documento in volgare sardo che si conosca: la donazione da parte del giudice cagliaritano, Torchitorio I, di alcune ville, con relativi abitanti, al proprio arcivescovo Alfredo.



Fra queste è elencata Santa Igia, ma non sappiamo se fosse un grosso centro o un piccolo villaggio, né quando e da chi fosse stata fondata. Certamente si può ipotizzare un progressivo spostamento nel tempo della popolazione dal vecchio quartiere di Sant’Avendrace verso l’orlo dello stagno attraverso la creazione, per tappe successive, di quartieri autonomi o piccoli insediamenti sorti, magari, attorno a qualche chiesa e divenuti poi, in epoche relativamente tranquille, più grandi e importanti, tanto da estendersi, fondersi e fortificarsi, acquistando così potenza e prestigio e divenendo pian piano una nuova città. 



La continuità abitativa che permaneva ma si spostava lentamente verso lo stagno spiegherebbe anche perché l’antico nome Karali – ma anche Kalari e Kallari – continuò a sopravvivere e ad indicare, come un simbolo, l’intero giudicato di Cagliari. Per quanto riguarda la localizzazione, risulta difficile individuare sul terreno il luogo dove questo processo sia avvenuto, in quanto nei documenti manca qualsiasi accenno geografico e gli unici elementi ci vengono dagli storici del passato, i quali sostengono che, ai loro tempi, si vedeva affiorare l’antica città medioevale. 



Lo Spano sembra il più informato di tutti, non solo per quanto riguarda l’ubicazione di Santa Igia, ma anche a proposito delle sue costruzioni. Egli sostiene, ad esempio, che accanto alla cattedrale si trovavano le fondamenta della reggia giudicale e quelle del castello detto di Santa Gilla, ubicato sull’orlo dello stagno. La città era grande e cinta da fossati e mura in cui si aprivano diverse porte. Al suo interno si ergevano il palazzo giudicale – «Actum in palatio regni Kallaretani in villa dicta Santa Gilia …» –, un palazzo arcivescovile a più piani – «Datum in inferiori camera palatii venerabilis patris Archiepiscopi Calaritani …» –, e quattro chiese attive.